mercoledì 3 giugno 2009

Grazie Michele Serra!

Michele Serra è un giornalista che spesso usa i toni del sarcasmo per commentare i fatti della politica e della società. Lo possiamo accomunare ad Alessandro Robecchi, Marco Travaglio, Vauro.
Recentemente nella sua rubrica “satira preventiva” ha parlato anche di Varese, di Malpensa, della Lega. “Satira preventiva” è un percorso a metà strada tra una narrativa di finzione e la cronaca. Tutto giocato ovviamente

sull’estremizzazione satirica.


Dal sito de L’Espresso pubblichiamo l’articolo in questione:

A Malpensa ci pensa la Lega di Michele Serra
Il Carroccio ha p
resentato un piano di rilancio per l'hub padano. Tra i punti fermi stabiliti, il prolungamento di un paio di piste fino a Bergamo e a Torino, affinché le due città siano raggiungibili evitando lo stress del decollo

Gli attacchi pretestuosi a Malpensa non preoccupano il governo. È vero, la quantità dei passeggeri è ridotta a poche decine, ma è la loro qualità che conta: in un book fotografico diffuso da Palazzo Chigi si mette in rilievo l'aspetto curato e l'ottima cera di molti clienti dello scalo lombardo al momento dell'imbarco. L'opposizione accusa di avere censurato le immagini delle stesse persone al momento dello sbarco, mentre chiedono con l'aria sfatta e i vestiti laceri come mai si trovano a Nairobi pur essendo diretti a Londra. Per tagliare corto con le polemiche, la Lega ha presentato un vigoroso piano di rilancio per lo hub padano. Il primo punto è spiegare finalmente, e con chiarezza, dove si trova. Ecco gli altri punti.Riconversione delle piste Ventiquattro piste da quattro chilometri l'una (realizzate con i finanziamenti dello speciale Fondo Duchamp della Ue destinato alle opere pubbliche surreali) si sono rivelate eccessive rispetto al traffico di biplani e di vecchi aerei a elica tipico di Malpensa. La Lega propone di prolungarne almeno un paio fino a Bergamo e a Torino, che sarebbero così raggiungibili rollando sulla pista fino a destinazione, evitando lo stress del decollo e dell'atterraggio. Altre piste, a causa del fondo paludoso, si sono rivelate ideali per la riproduzione dei fenicotteri. Altre ancora, coltivate a tabacco, garantirebbero il fabbisogno di sigarette per il duty-free di Malpensa. Valorizzazione di Varese È la città più vicina a Malpensa, ma inspiegabilmente il suo enorme potenziale turistico è sottovalutato. Soprannominata 'la Firenze del Nord' dall'assessore leghista Walter Garlusio, detto 'il Casciabàl', Varese dispone di centinaia e centinaia di case, due giardinetti pubblici con scivolo e altalena, una sala biliardi e un coiffeur per cani.
"Non avere valorizzato questo immenso giacimento culturale", sostiene la Lega, "è stato un grave errore. Chiederemo all'Unesco di riconoscere a Varese lo status di patrimonio dell'umanità". I funzionari dell'Unesco, in visita a Varese, si sono detti disposti a concedere, al massimo, lo status di gruzzolo dell'umanità. Nuovi velivoli La nuova Alitalia ha violato i patti. Aveva promesso per Malpensa non solo le nuove rotte Milano-Malpensa e Malpensa-Milano, ma anche nuovi velivoli all'altezza delle grandi ambizioni internazionali dello scalo padano. Tra questi, i giganteschi 747 a decollo verticale, ritirati dal commercio perché il carrello con le bibite non riusciva a risalire in verticale l'abitacolo e poteva servire solo i quattro passeggeri di coda. E i modernissimi mini-Atr ultrasonici in grado di raggiungere New York in sole due ore, consumando pochissimo, sui quali gli esperti della Lega avevano puntato tutte le loro carte. Decine di migliaia di prenotazioni suggerivano ottimismo, ma trattandosi di aerei monoposto, e non potendo far pagare il biglietto al pilota, non è stato possibile attivare la linea.Alta velocità Per finire, la Lega propone di introdurre l'alta velocità tra i passeggeri di Malpensa, portando a 300 all'ora la velocità dei tapis-roulant, lunghi fino a 10 chilometri, che trasportano i passeggeri dalle entrate dell'aeroporto fino alle sale di imbarco. Tutti i passeggeri verranno dotati di casco e di speciali tute anti-attrito. Questa soluzione permetterebbe di portare dalle attuali tre ore a pochi secondi il tempo di permanenza dei passeggeri dentro lo scalo. Qualche difficoltà, nelle prove simulate, per il personale addetto alla sicurezza. Passando a 300 all'ora sotto i metal-detector, i passeggeri non riescono a sentire le grida di alt! e le conseguenti sventagliate di mitra vanno quasi sempre a vuoto.
(21 maggio 2009)

Avete letto? Bene. Il solito Serra divertente e divertito.

Ma a Varese è esplosa una fabbrica di fuochi d’artificio. Vari personaggi, dimostrando una sorprendente incapacità di interpretare allegorie, hanno sparato ad altezza uomo.

Fontana, il sindaco della Lega ( dal sito de La Provincia di Varese il 30 maggio, a firma Piero Orlando ): “… a Varese un patrimonio dell’umanità può vantarlo ed è il Sacro Monte… più che satira preventiva si tratta di satira ignorante, che non fa neppure ridere… si offende con l’odio ideologico, un’intera comunità. Mi vergogno di questo genere di stampa, di affermazioni che appunto colpiscono pesantemente la nostra città e non certo una parte politica. Si tratta di squallida ideologia…”
Il baffuto vicesindaco De Wolf del PDL:
“… una presentazione della nostra città che denota il profondo pregiudiziale ideologico. Un solo grande rammarico su come alcuni mezzi di informazione possano essere piegati e utilizzati per fini che nulla hanno a che vedere con l’informazione stessa…”
Dario Galli presidente dell’amministrazione provinciale della Lega: “… Michele Serra miglior testimonial della causa padana, perché non c’è migliore degli intellettuali di sinistra che, con le cose che dicono portano legioni di nuovi elettori alla Lega… (l’articolo di Serra ) indicativo del degrado culturale di gran parte della stampa italiana e anche dell’invidia, diciamo pure, etnico-politica che da qualche tempo attanaglia la cultura di sinistra. A parte la caduta di stile nell’offendere territori e città come Varese… odio antipadano e antileghista che non cambia la realtà dei fatti e la conoscenza degli stessi che ha la gente del Nord.”


I tre interventi in questione sono davvero significativi per, ancora una volta, segnalare che Varese e provincia sono gestite da persone che molto probabilmente vivono in una realtà di un paese dei sogni, dei balocchi e le cui considerazioni possono giungere al grottesco.
Analizziamole:
Da parte di un sindaco leghista che si vergogna di “questo genere di stampa” e appartiene allo stesso partito di chi produce “La Padania” , “Il sole delle alpi”, Radio e Tele Padania, ci lascia attoniti.
Dalla sua considerazione sul Sacro Monte patrimonio dell’umanità ( che si deve a centinaia di anni di storia e non è di proprietà culturale di qualcuno contemporaneo ) può partire un’analisi in cui si possano trovare delle motivazioni per cui questa città debba essere ricordata per qualche cosa di speciale, di significativamente meritorio creato dal dopoguerra sino ad oggi.
Pensiamo alla storia antica: la Torre di Velate, se non ci fosse stato il FAI sarebbe andata distrutta. La città ha perso quasi interamente la produzione economica. Cosa è rimasto dell’impero Ignis? Le poche segnalazioni che la città riceve riguardano iniziative che vengono promosse da associazioni private e da singoli. Non c’è una scuola di indirizzo ( artistico, culturale, economico, etc… ), mancano strutture per accogliere degnamente la musica e il teatro. Appena possono specialisti di qualsiasi campo se ne vanno, perché questa città è ferma, immobile, stagnante. E l’università? In che modo è interattiva con la città? Fare i campionati del mondo di ciclismo è considerato fondamentale?
E se parliamo delle opere pubbliche? Quante città hanno speso soldi per creare il trambus e relativo percorso per poi eliminarlo?
E abbiamo scoperto recentemente che la crisi mondiale a Varese è persino più drammatica che in altri capoluoghi, con maggiore numero di cassaintegrati.
Etc, etc…
Passiamo alle affermazioni di De Wolf sui mezzi di informazione. Non sappiamo quanto il vicesindaco dedichi del tempo a informarsi.
Merita di essere pubblicato questo articolo che parla della stampa italiana, tratto dal Corriere della Sera:
Rapporto di Freedom House, organizzazione non-profit e indipendente
Libertà di stampa: l'Italia fa un passo indietro, unica nazione in Europa
La causa: la «situazione anomala a livello mondiale di un premier che controlla tutti i media, pubblici e privati»
(da Freedomhouse.org)
NEW YORK - L'Italia è l’unico Paese europeo a essere retrocesso nell’ultimo anno dalla categoria dei «Paesi con stampa libera» a quella dei Paesi dove la libertà di stampa è «parziale». La causa: la «situazione anomala a livello mondiale di un premier che controlla tutti i media, pubblici e privati». Lo afferma in un rapporto Freedom House, un'organizzazione non-profit e indipendente fondata negli Stati Uniti nel 1941 per la difesa della democrazia e la libertà nel mondo, la cui prima presidente fu la first lady Eleanor Roosevelt. Lo studio viene presentato venerdì al News Museum di Washington e sarà accompagnato da un
live web cast che si potrà scaricare sul sito Freedomhouse.org.
CLASSIFICA - Nell’annuale classifica di Freedom House, l’Italia va indietro come i gamberi, insieme a Israele, Taiwan e Hong Kong. «Un declino che dimostra come anche democrazie consolidate e con media tradizionalmente aperti non sono immuni da restrizioni alla libertà», ha commentato Arch Puddington, direttore di ricerca per Freedom House. Su un punteggio che va da 0 (i Paesi più liberi) a 100 (i meno liberi), l’Italia ottiene 32 voti: unico Paese occidentale con una pagella così bassa. I «migliori della classe» restano le nazioni del Nord Europa e scandinave: Islanda, Finlandia, Norvegia, Danimarca e Svezia (prime cinque a livello mondiale). Le «peggiori»: Corea del nord, Turkmenistan, Birmania, Libia, Eritrea e Cuba.
PROBLEMA ITALIA - Il «problema principale dell’Italia», secondo Karin Karlekar, la ricercatrice che ha guidato lo studio, è Berlusconi. «Il suo ritorno nel 2008 al posto di premier ha risvegliato i timori sulla concentrazione di mezzi di comunicazione pubblici e privati sotto una sola guida», spiega. Altri fattori: l’abuso di denunce per diffamazione contro i giornalisti e l’escalation di intimidazioni fisiche da parte del crimine organizzato. Intanto giovedì il Committee to Protect Journalists, un’organizzazione non-profit che lavora per salvaguardare la libertà di stampa nel mondo, ha pubblicato la top ten dei peggiori Paesi al mondo per i blogger. La Birmania guida la lista, seguita da Iran, Siria, Cuba e Arabia Saudita. Sesto il Vietnam, seguito a ruota da Tunisia, Cina, Turkmenistan ed Egitto.
Alessandra Farkas30 aprile 2009(ultima modifica: 01 maggio 2009




Poichè si parla del reale potere orwelliano di “papi” ovvero il leader di De Wolf gradiremmo una sobria interpretazione della realtà e non il vagare erratico nel mondo dell’immaginazione…



E passiamo a Galli amministratore leghista. Forse non gli è stato detto qualcosa d’importante, forse non ha compiuto quei passi decisivi per cercare metodi interpretativi della realtà , forse soffre di ulcere e coliti, forse ha visto la Madonna e nessuno vuole credergli, ma, si proprio ma, forse vive in un universo parallelo?
Gli intellettuali di sinistra portano nuovi elettori alla Lega? Beh se la Lega è tutto ciò che fuoriesce “magmatico” da tante affermazioni di Bossi, Calderoli, Borghezio, Salvini etc… non pensiamo proprio che gli intellettuali di sinistra abbiano colpe. Perfavore Galli non attribuisca colpe che i suoi virtuali interlocutori non posseggono: gli elettori della Lega seguono le idee, le proposte dei propri leader. Scelgono loro di mandare i figli alla scuola padana, o di toglierli dalle scuole dove ci sono i bambini figli degli immigrati. Scelgono loro di essere totalmente estranei al mondo intellettuale ( tradotto per i padani: leggere almeno una volta nella vita un libro ). Scelgono loro di farsi sfruttare da quei imprenditori padani che poi portano la produzione all’estero o fanno lavorare immigrati senza documenti sottopagandoli. E scelgono loro di stare con un partito che su Malpensa ha fatto promesse vincolanti, o che hanno legittimato dei depositi alla Eurocredinord l’esperienza bancaria della Lega conclusa in un disastro.
Anche il Galli parla di “maggior parte della stampa italiana” come se fosse di sinistra. E parla del degrado della stampa. E’ incredibile questa cosa. Sembrano mantra pronunciati da Berlusconi: come i giudici di sinistra ( e intanto ha schivato tutti i processi ). Vi ricordate quando il leader del “popolo della libertà” affermò che solo il giornalista Fede era dalla sua parte? ( Ma i cattolici si stanno chiedendo: ma quando sarà di fronte a dio cosa dirà?: sono stato frainteso?)



Odio antileghista, antipadano? Offendere Varese e la sua provincia?
Noi siamo convinti che l’insipienza culturale e sociale delle amministrazioni di destra varesine sia ciò che maggiormente “segni” negativamente l’immagine di questa città e la sua provincia. Siamo citati ( e i giornali locali lo attestano tutti i giorni ) per le innumerevoli mancanze ( per non dire insulsaggini ) che le amministrazioni ai vari livelli dal locale al regionale mostrano in continuazione.
Promesse mai mantenute: dalla depurazione del lago di Varese, al salvataggio del Castello di Belforte, all’invenzione di una caratteristica di padanità insubrica che non è mai esistita nella storia e che viene agglomerata a inesistenti tradizioni locali, soprattutto alimentari, che non hanno in sé nulla di diversamente apprezzabile da qualsiasi altra provincia.
Prendiamo come esempio l’Ospedale di Varese, costato 151 milioni di euro, presentato come la perfezione edilizia e che al contrario ha evidenziato grandi difetti, tra cui l’incapacità dell’ ospedale di gestire giornate “piene” del Pronto soccorso. E’ la famosa qualità operativa padana?
E poi la caratterizzazione di provenienza: per il 92% degli italiani la padania non esiste se non nelle premesse ideologiche ad uso e consumo del partito della Lega. Esiste solo qui la padania come entità etnologica e culturale, un’invenzione di persone che sono riuscite a trovare spazio per la carriera politica, che vivono dei soldi e privilegi di “Roma ladrona” e che al Nord sinora hanno portato quel poco che tende al nulla. Questa è la realtà. Altro che offesi, gli offesi sono tutti i cittadini e quelli che si stanno accorgendo che la Lega è un bluff.

Il nostro commento: GRAZIE MICHELE SERRA grazie!


By Gruppo "Estirpiamo la gramigna" ( foto da internet )

giovedì 9 aprile 2009

I Padani riscrivono la storia: "Roma ladrona" è colpa di Garibaldi







Varese fu nella storia del Risorgimento uno dei luoghi delle battaglie garibaldine, quelle che contribuirono a creare il regno d’Italia. Mirabelli del PD propone di celebrare il 150° anniversario della battaglia di Biumo: italiani contro gli austriaci invasori.
La Lega con moto di protesta risorgimentale si oppone.
Fontana, il sindaco: “… quegli anni vanno rivisitati dal punto di vista storico e non c’è niente da festeggiare “. E affermando che a Varese, Garibaldi “lasciò un ricordo molto poco felice”.
Lui c’era e forse dobbiamo credergli.
Giganteggia come sempre la figura di Binelli, assessore varesino e leader locale della Lega: “Anziché rispolverare la statua originale del garibaldino, togliamo anche la copia che si trova in piazza del Podestà. Di sicuro, non è un simbolo che rappresenta lo spirito dei varesini, un popolo autonomo e fiero della propria libertà… l’unico festeggiamento potrà essere la rimozione dei simboli che celebrano un falso eroe.”
Il Binelli cita un esempio: il sequestro dei garibaldini del parroco di Morazzone.
E pensare che noi credevamo che da questo episodio fosse venuta l’idea ai padani quando hanno contestato il vescovo Tettamanzi, a Varese, per le sue idee ( ma da dove le ha prese? ) a difesa dei diritti degli immigrati! Ingenui.
Per gli “intellettuali” leghisti, e viene spesso citato un certo Gilberto Oneto, il Risorgimento è la fine dell’indipendenza del Nord e come successiva conseguenza l’edificazione di uno stato che porterà a “Roma ladrona”.
Quella Roma da cui i parlamentari leghisti prendono soldi e privilegi. Ma questo come sappiamo è un’altra storia.
La cancellazione di Garibaldi, non preoccupiamoci per il momento, è stata contestata da tutti gli altri partiti sia di maggioranza sia di opposizione.
La statua del "garibaldino" è nella piazza dove ha la sede la Lega, piazza Podestà ( ma perché non sentiamo mai i leghisti parlare dello stato centralizzato quando il riferimento è il fascismo? ).
La foto qui sopra evidenzia bene la grave provocazione: il garibaldino in primo piano e le bandiere della Lega sullo sfondo ).
E nelle case dei Padani ora c’è una rincorsa frenetica alla ricerca di qualcosa che aiuti a sostenere le tesi del partito.
Il problema è: ma chi l’è sto Garibaldi?
Sarà mia un terun?




Dal sito di Varesenews abbiamo ripreso un brano del giornalista Claudio Del Frate molto significativo:


... LA STORIA AL MACERO – Buttate dalla finestra i libri di storia, abbattete i monumenti all'eroe dei due mondi, coprite le lapidi che lo ricordano. La Lega ha scoperto che Giuseppe Garibaldi fu un cialtrone, che anche la storia del suo passaggio a Varese va riscritta in quanto si macchiò di una colpa indelebile: “Fece sequestrare il parroco di Morazzone!” tuonano dal Carroccio. Caspiterina! E allora, contagiati pure noi da questa sete di verità abbiamo indagato nel passato scoprendo altri episodi incresciosi. Le guerre puniche: Annibale, nel suo passaggio in Padania col suo enorme esercito, non osservò la raccolta differenziata dei rifiuti e voi comprendete che con quel popò di elefanti che si portava appresso, fu un bel guaio. Alberto da Giussano: non se ne dolgano i nostri amici leghisti, ma un chronica del XIV secolo afferma che non c'è traccia dello scontrino fiscale che dimostri il pagamento dello spadone brandito a Pontida. Maria Teresa d'Austria: nella compilazione del famoso catasto, gioiello tramandato nei secoli, registrò come rudere un vezzoso villino immerso nel verde di Gazzada dove si mormora che la regina si appartasse con un giovane ufficiale di cavalleria. Son cose che non possono più essere taciute!


E cosa diranno del romanzo storico "La Compagnia della morte" recentemente pubblicato dalla Mondadori in cui l'autore, Franco Forte, non ha mai trovato neppure una prova, ma anche solo piccola, dell'esistenza di Alberto da Giussano?


Intanto a Varese si è formato il " Comitato 26 maggio 1859 - 150° battaglia di Biumo" per ricordare lo storico evento cittadino. I promotori, precisando che la richiesta non aveva alcuna forma di provocazione, hanno invitato il sindaco Fontana a presiederlo. Fontana si è tirato indietro precisando la sua opinione sulla negatività della figura di Garibaldi e sulla marginalità dell'evento varesino in cui l'eroe dei "due mondi" era in cerca di donne vergini e non altro. Ha ribadito la sua ferma e volitiva intenzione di non partecipare ufficialmente alla manifestazione.


Masso



(foto e illustrazione da internet)




sabato 7 marzo 2009

Varese 2109 racconto di Gio

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Xiao Giong uscì trafelato dal metroexpress. Roma Varese in due ore, ancora una volta il trenojet era arrivato in ritardo. Salì sulla pedvia, ma non poteva accelerare il passo talmente era pieno di gente. Se sorpassi uno, capace che il ghisacop ti appioppa una multa, pensò. Una volta gli avevano pure ritirato una scarpa, perché si rifiutava di conciliare. Stava per attraversare Qualuncumstreet quando la pedvia si fermò, era scattato il rosso. Ora le selfmobil sfrecciavano guidate dal servopilota. Le selfmobil avevano 10 posti, ma solitamente c'era un solo passeggero indaffarato con la sua Bagwork. Xiao aveva ben 38 secondi di tempo e così approfittò per prendere una schizzopizza. Aspetto che il frigopiz controllasse la retina dei suoi occhi, per accertarsi del suo bankcredit, e gli scofanò un trancio ai funghi e doppioasfalto (così si chiamava la mozzarella). Sulla confezione c'era scritto: Quinto, da 120 anni la tua pizza. La pedvia ripartì, un uomo dietro di lui gli diede un colpetto sulla spalla dicendogli in lingua arcaica “Aluura”.
Xiao riprese a camminare, ora poteva accelerare il passo. Era davanti a tutti, bastava non dare nell'occhio. Solitamente la gente si faceva i fatti suoi, a meno che non ci fosse da insultare qualcuno. Arrivò al palaoffice, sede di tutti gli addetti al pateticwork. Ci lavoravano 15000 persone. Xiao arrivò con 5 secondi di ritardo. Una voce metallica richiamò Xiao a rispettare l'orario aggiungendo a fine comunicazione un insulto. La voce era diffusa in tutti i 15000 pateticoffice, che tutti sentissero. Ogni 5 secondi di ritardo veniva aggiunto un insulto arrivando pure ai più personali, dopo 1 minuto di ritardo eri licenziato. Se venivi licenziato la tua faccia compariva per una settimana su tutti i videogrammi della città, i distributori automatici si rifiutavano di servirti e perfino i canrobot dei ghisacop ti insultavano. Xiao sali sul pateticlift, lavorava all'ultimo piano. All'improvviso lo colse una fitta tremenda alla pancia, forse il doppioasfalto scaduto. Questo non era previsto, certe cose si potevano fare solo a casa in orari precisi. Arrivò all'ultimo piano, prese la scala di emergenza, salì sul tetto, abbasso i pantaloni e si liberò in una espressione prodigiosa. Da tempo non godeva così.
Una bella cagata all'aria aperta.
Sistemò i pantaloni e si guardò intorno, da li si dominava Varese.
Fu sorpreso nel vedere in tutti i cortili dei giardini con siepi, alberi, fiori. Dalla strada non si vedeva niente di tutto ciò.

Ecco perché si chiama città giardino, concluse Xiao, peccato che siano tutti privati.

domenica 18 gennaio 2009

La Varesinità in Facebook, ovvero IL NULLA



La stampa locale (citiamo in questo caso la Provincia di Varese di giovedì 8 gennaio 2009) ha dato risalto a un test di varesinità in un "gruppo" di Facebook. Il quesito è: sei un vero varesino? e compaiono varie domande che attesterebbero la varesinità. Come? Soprattutto su conoscere i negozi del centro, i luoghi e le persone dei riti cittadini,etc... ovvero IL NULLA.
Per curiosità chi è già in Facebook può farci un giretto, così proprio per piacere: fuori fa freddo, gli amici sono impegnati, non c'è niente di interessante in tv, ho un principio d'influenza, ecco così.
Ovviamente questo test è stato fatto da giovani, i classici giovani piccolo-borghesi della società varesina e varesotta, la cui massima aspirazione (ed è evidente nel test) è sapere dove si beve la miglior birra o il miglior aperitivo, come pronunciare una parola in dialetto,etc, etc. Ovvero IL NULLA.
E' importante questo test? Per confermare il vuoto culturale e intellettuale del capoluogo insubrico, beh, sì, perchè questa città continua a esprimere se stessa, la sua mancanza di una visione del mondo, della vita che vada oltre ad un misero provincialismo autoreferente.
E' facilmente evidenziato tutti i giorni dalle rubriche dei lettori dei giornali in forma cartacea e web che incapacità diffusa di cercare la qualità nel diverso, nella creatività, nell'innovazione.
Qui tutto deve stare fermo. - La borghesia è morte - diceva Baudrillard, quanto vale questa affermazione per questa comunità.
Pensiamo all'università luogo in genere di innovazione, di ricerca, di rivendicazione e progetti. A Varese che esista, intellettualmente, un'università è totalmente marginale. Gli studenti vanno e vengono come se fossero già a svolgere un lavoro di routine. Sono nello spirito piccolo-borghese locale: "con le tasse universitarie mi compro un servizio". E' contrattazione mercantilistica che non prevede altro. Studiare ha solo lo scopo di prenotare una vaga sicurezza per trovare un lavoro in futuro: come farò a comprarmi il suv domani? Chi mi pagherà i soldi per le vacanze all'estero?
E il test di varesinità sta qui a confermarcelo: è così che buona parte della popolazione locale vede il mondo attorno a se stessa: edonistico e blindato. Non deve penetrare nulla di sovversivo come la cultura, la creatività, la socialità egualitaria, l'ecologia della mente e del corpo, la diversità.
La struttura comportamentale è molto simile alle cittadine dominate dalla mafia: l'importante è che nulla si muova. Ma se noi andiamo in Sicilia troviamo una cultura che ha origini nella Magna Grecia, che si muove nella storia con gli incontri di culture altre, come gli Arabi, con strutture politiche diverse, vedi Normanni. Per poi arrivare alla fisicità del Barocco, quella dei topos del commissario Montalbano... Anche dal passato si possono trarre diverse interpretazioni di come vivere.
Qui non c'è passato, non esiste. Il presente è: dove vado a bere la birra, cosa c'è in televisione, il futuro è l'aspirazione di avere la villetta, il suv, etc,etc... Overo IL NULLA.
(la didascalia della foto in altro a destra è: "simulacri", realizzata da emmesse)
Masso

mercoledì 31 dicembre 2008

Vareselandia presentazione del blog


Che città è? Varese è il dominio della piccola borghesia, paesotto senza storia e cultura. Conta solo il denaro e la difesa del sistema che lo produce.
L'intellettualità, la creatività, la qualità sono pericolosi attentatori.
Questo blog vuole dare la parola alla creatività alternativa fatta di narrazioni, immagini, sensazioni, la cui traduzione creativa è : pensieri, commenti, articoli, narrazioni, immagini in cui la nostra dimensione utopica si confronta e osserva criticamente i ruoli, i "segni", i modelli, i soprusi del potere dominante. Potere che giustifica la pochezza dei bisogni sociali, intellettuali assumendo in sè la delega a mantenere città e provincia nel conformismo più bieco, assecondando la società della paura e dell'incertezza. Tutto questo legittimato da una stampa locale asservita ai poteri locali, apologicamente piccolo borghese, senza idee propositive, alternative, senza inchieste di puro e incontaminato giornalismo, serio.
Il neo liberismo ha creato il precariato totale, l'insicurezza per tutti. Non c'è superamento di questa fase senza la presa di coscienza che noi tutti siamo manipolati per produrre e consumare senza alcuna capacità critica. Carne al macello. Dal sottoproletario al "quadro" dirigenziale.
Ma il varesotto è un miope senza occhiali: il suo stato d'azione finisce a pochi centimetri dal naso. Il mondo al di fuori è incomprensibile, la divinità sta parlando a lui, alla sua famiglia, alle sue relazioni amicali locali. Il mondo è il proprio paesotto. Non occorrono studi, libri, cultura, confronti. Il potere gli procura pane e salamini: è più che soddisfatto.
Poi che la culla leghista-forzista esempio (?!?) di perfetta amministrazione non sia ai primi posti delle città top per qualità della vita è un fatto trascurabile.
Non rendiamolo trascurabile noi che cerchiamo qualcosa d'altro, come vivere intensamente e lottare perchè la società sia il tramite per una felice utopia.
E' un privilegio essere alternativi a questo piccolo sistema provinciale insubrico.


Masso