giovedì 9 aprile 2009

I Padani riscrivono la storia: "Roma ladrona" è colpa di Garibaldi







Varese fu nella storia del Risorgimento uno dei luoghi delle battaglie garibaldine, quelle che contribuirono a creare il regno d’Italia. Mirabelli del PD propone di celebrare il 150° anniversario della battaglia di Biumo: italiani contro gli austriaci invasori.
La Lega con moto di protesta risorgimentale si oppone.
Fontana, il sindaco: “… quegli anni vanno rivisitati dal punto di vista storico e non c’è niente da festeggiare “. E affermando che a Varese, Garibaldi “lasciò un ricordo molto poco felice”.
Lui c’era e forse dobbiamo credergli.
Giganteggia come sempre la figura di Binelli, assessore varesino e leader locale della Lega: “Anziché rispolverare la statua originale del garibaldino, togliamo anche la copia che si trova in piazza del Podestà. Di sicuro, non è un simbolo che rappresenta lo spirito dei varesini, un popolo autonomo e fiero della propria libertà… l’unico festeggiamento potrà essere la rimozione dei simboli che celebrano un falso eroe.”
Il Binelli cita un esempio: il sequestro dei garibaldini del parroco di Morazzone.
E pensare che noi credevamo che da questo episodio fosse venuta l’idea ai padani quando hanno contestato il vescovo Tettamanzi, a Varese, per le sue idee ( ma da dove le ha prese? ) a difesa dei diritti degli immigrati! Ingenui.
Per gli “intellettuali” leghisti, e viene spesso citato un certo Gilberto Oneto, il Risorgimento è la fine dell’indipendenza del Nord e come successiva conseguenza l’edificazione di uno stato che porterà a “Roma ladrona”.
Quella Roma da cui i parlamentari leghisti prendono soldi e privilegi. Ma questo come sappiamo è un’altra storia.
La cancellazione di Garibaldi, non preoccupiamoci per il momento, è stata contestata da tutti gli altri partiti sia di maggioranza sia di opposizione.
La statua del "garibaldino" è nella piazza dove ha la sede la Lega, piazza Podestà ( ma perché non sentiamo mai i leghisti parlare dello stato centralizzato quando il riferimento è il fascismo? ).
La foto qui sopra evidenzia bene la grave provocazione: il garibaldino in primo piano e le bandiere della Lega sullo sfondo ).
E nelle case dei Padani ora c’è una rincorsa frenetica alla ricerca di qualcosa che aiuti a sostenere le tesi del partito.
Il problema è: ma chi l’è sto Garibaldi?
Sarà mia un terun?




Dal sito di Varesenews abbiamo ripreso un brano del giornalista Claudio Del Frate molto significativo:


... LA STORIA AL MACERO – Buttate dalla finestra i libri di storia, abbattete i monumenti all'eroe dei due mondi, coprite le lapidi che lo ricordano. La Lega ha scoperto che Giuseppe Garibaldi fu un cialtrone, che anche la storia del suo passaggio a Varese va riscritta in quanto si macchiò di una colpa indelebile: “Fece sequestrare il parroco di Morazzone!” tuonano dal Carroccio. Caspiterina! E allora, contagiati pure noi da questa sete di verità abbiamo indagato nel passato scoprendo altri episodi incresciosi. Le guerre puniche: Annibale, nel suo passaggio in Padania col suo enorme esercito, non osservò la raccolta differenziata dei rifiuti e voi comprendete che con quel popò di elefanti che si portava appresso, fu un bel guaio. Alberto da Giussano: non se ne dolgano i nostri amici leghisti, ma un chronica del XIV secolo afferma che non c'è traccia dello scontrino fiscale che dimostri il pagamento dello spadone brandito a Pontida. Maria Teresa d'Austria: nella compilazione del famoso catasto, gioiello tramandato nei secoli, registrò come rudere un vezzoso villino immerso nel verde di Gazzada dove si mormora che la regina si appartasse con un giovane ufficiale di cavalleria. Son cose che non possono più essere taciute!


E cosa diranno del romanzo storico "La Compagnia della morte" recentemente pubblicato dalla Mondadori in cui l'autore, Franco Forte, non ha mai trovato neppure una prova, ma anche solo piccola, dell'esistenza di Alberto da Giussano?


Intanto a Varese si è formato il " Comitato 26 maggio 1859 - 150° battaglia di Biumo" per ricordare lo storico evento cittadino. I promotori, precisando che la richiesta non aveva alcuna forma di provocazione, hanno invitato il sindaco Fontana a presiederlo. Fontana si è tirato indietro precisando la sua opinione sulla negatività della figura di Garibaldi e sulla marginalità dell'evento varesino in cui l'eroe dei "due mondi" era in cerca di donne vergini e non altro. Ha ribadito la sua ferma e volitiva intenzione di non partecipare ufficialmente alla manifestazione.


Masso



(foto e illustrazione da internet)